Cultura del Fare


LE ARMI BIANCHE DEI F.LLI LOLLINI NEL MUSEO CIVICO DEL RISORGIMENTO DI BOLOGNA
E BREVE STORIA DELL' AZIENDA



testo di Paolo Paoloni
foto di Luigi Grandi

Settembre 2016

Edoardo Altara, pittore speleologo fotografo e scrittore

Una breve panoramica sull'opera pittorica.

testi di Ettore Scagliarini
foto di Maurizio De Lucca

04/06/2014

Lame dal mondo

Completata la sezione "Knives", ovvero lame raccolte in una lunga serie di viaggi da un appassionato "viaggiatore-collezionista"

la Redazione 07/11/2013

Tombouctou: la civiltà è all'incrocio, ossia nell’incontro.

Tombouctou, sorta sulle rive del fiume Niger, è una città del Mali con un intrigante passato su cui riflettere. Sin dall’antichità crocevia immancabile per coloro che attraversavano il deserto e fondamentale snodo commerciale dei prodotti provenienti dall’Africa sub sahariana e diretti verso l’Europa, l'Asia ed il Maghreb, era una città in cui l'incontro significava strettamente scambio. Tra le sue mura furono accolti e apprezzati commercianti ebrei, europei ed arabi e popolazioni nomadi nelle loro rotte carovaniere, oltre che filosofi, architetti e sapienti in quanto questa stessa città fu sede di un’importante università tra il XIV ed il XVI secolo.
Si stima oggi che nella sola Toumbouctu si trovino circa settecento mila manoscritti, raccolti in biblioteche familiari e pubbliche o ancora nascosti sotto la sabbia, scritti in lingua araba o in lingue locali come il songhai, l'hausa e il peul. Solo il CEntre de Documentation et de Recherches Ahmed Baba, fondato nel 1973, raccoglie oltre trecentomila manoscritti: molti sono transazioni economiche e documenti che forniscono informazioni importanti sulla vita quotidiana, molti altri sono manuali di astronomia, filosofia, botanica, poesia, diritto e altre scienze.
Per salvaguardare questo patrimonio, nel 2003 è arrivato il sostegno dell'Università di Città del Capo che, con il progetto «I manoscritti di Tombouctou», ha finanziato la formazione di giovani ricercatori sulla storia dell'editoria e sulle teorie e pratiche della catalogazione. Successivamente, nel 2009, l'Università sudafricana ha contribuito alla realizzazione di una biblioteca-archivio con un sistema capace di conservare i libri ad una temperatura e ad un tasso di umidità costanti e di un laboratorio di restauro per ovviare al grave problema del deterioramento delle carte. Quest’ultimo compito è per la maggior parte affidato alle donne, che si tramandano i saperi legati alla produzione della carta da papiro: le pagine dei libri vengono delicatamente incollate sui fogli di papiro, essicate, lisciate e ripulite dalla polvere prima che il papiro venga tagliato seguendo le dimensioni del libro e conservato dentro scatole di cartone costruite su misura.
Oltre all’inestimabile valore di questo immenso capitale librario per quanto riguarda lo studio della storia e delle conoscenze delle popolazioni che attraversavano il Sahara, la presenza di questi volumi smentisce lo stereotipo di un'Africa a cui era sconosciuta la scrittura prima dell’arrivo dell’ “uomo bianco”, diffuso dai colonialisti per giustificare con la "civilizzazione" il saccheggio e lo sfruttamento delle popolazioni e delle risorse naturali dei territori invasi. Ancor di più è prova che la civiltà fiorisce laddove le persone si incontrano e condividono reciprocamente i saperi, all’interno di rapporti tra diversi ma pari.

Fonti. http://tombouctoumanuscripts.org/fr/

Maria Giovanna Casu 15/03/2012


Giovanni Morigi ed il Nettuno

Di Giovanni Morigi pubblichiamo un'intervista apparsa sul Resto del Carlino il 14 Marzo 2012

la Redazione 18/03/2012

Nord del Mali, Festival au Désert: la chitarra anziché il Kalashnikov.

Riparte per la dodicesima volta il Festival au Désert in cui, dal 12 al 14 gennaio, per tre giorni e tre notti una trentina di gruppi musicali si esibiranno per celebrare, attraverso la musica, la pace tra i popoli.

Questo evento è nato nel gennaio 2001 dall’incontro tra musicisti del Mali e musicisti europei, prendendo spunto dalla consuetudine dei tuareg del sud del Sahara di organizzare annualmente, dopo la stagione del nomadismo, momenti di festa per divertirsi, risolvere i conflitti e confrontarsi. Inizialmente itinerante, dal 2003, per questioni legate all’aumento di pubblico, questo festival si è stabilito nella piccola oasi di Essakane, nella regione di Tombouctou, nel nord del Mali.
continua

Maria Giovanna Casu 06/01/2012


Pietro Trimboli liutaio bolognese, Damiani editore

Da tempo seguo con interesse la liuteria, specie quella bolognese, che ha dato un fondamentale contributo al settore, anche livello nazionale negli ultimi 150 anni. Questo interessante giacimento culturale, che il mondo degli addetti ai lavori riconosce a Bologna, è poco noto ai più, per cui ho accolto con piacere la pubblicazione, in questi giorni, di un libro dedicato al liutaio Pietro Trimboli.
Trimboli, nato nel 1939,discende direttamente da quel filone della scuola bolognese che attraverso Augusto e Gaetano Pollastri arriva ad Otello Bignami, uno dei due capiscuola attivi a Bologna nel secondo novecento.
E' un'esperienza coinvolgente trascorrere qualche ora nello studio del Maestro Trimboli ad ascoltarlo ed osservare la sua interminabile ricerca di una perfezione formale ed acustica che ad ogni strumento realizzato pare richiedere ancora uno sforzo aggiuntivo.
Scorrendo il suo libro, con le immagini degli strumenti, i "segreti" delle vernici, le forme, i particolari costruttivi,i racconti, pare di essere accanto a lui nel suo laboratorio.
Per chi fosse interessato ad approfondire il tema della liuteria bolognese, esiste una buona bibliografia.

Luigi Grandi 21Ottobre 2011

Bibliografia:
Il liutaio Pietro Trimboli. Damiani
S. Pasqual, R.Regazzi Le radici del successo della liuteria a Bologna. Florenus Edizioni
W. Bignami Otello Bignami liutaio in Bologna
R. Regazzi The complete luthier's library. Florenus Edizioni
R. Regazzi Il manoscritto liutario di G.A. Marchi. Bologna 1786 - Forni Editore
M. Pollastri. Gaetano Pollastri: una biografia Edizioni Aspasia
G. Carletti. Ansaldo Poggi, liutaio. Edizioni Aspasia
Il suono di Bologna. Da Raffaele Fiorini ai grandi maestri del novecento.Edizioni novecento. Florenus edizioni.

666 Sci a Quinzano, una recinzione controversa

 

di Marino Mattei
02/05/2011

666 sono gli archi del portico che a Bologna conduce da Porta Saragozza al Santuario del Colle della Guardia. Non si sa perchè siano proprio 666 ma, per una straordinaria coincidenza, 666 è un numero "oscuro" al quale la cabalistica assegna significati inquietanti come La Bestia ed il Diavolo.

Per una altrettanto "diabolica" coincidenza sono proprio 666 gli sci che Marino Mattei ha utilizzato per realizzare la recinzione del suo museo di antichi attrezzi agricoli a Quinzano; vecchi sci che ha raccolto in anni di esplorazione della città coinvolgendo amici che per lui si sono rovinati la reputazione facendosi trovare dai vicini in atto di rovistare nei cassonetti della spazzatura.

Come tutti i grandi artisti, Marino non è stato compreso, la sua opera è stata derisa e vilipesa proprio dagli amici che avrebbero dovuto sostenerlo, per loro la montagna di sci che si stava accumulando era la prova evidente che l'approssimarsi della pensione stava gravemente alterando il suo equilibrio psichico ma, quando i lavori sono iniziati, i commenti si sono fatti subito meno salaci, il "Muro del Pianto" è diventato prima una recinzione ecologica poi "una cosa davvero originale", poi un "in fondo è anche bello", ed infine, quando le auto di passaggio hanno comiciato a rallentare ed i passeggeri a sporgersi dai finestrini, gli amici increduli si sono resi conto che Marino aveva semplicemente elevato un Monumento alla Fantasia.

PS: Posso dirmi bravo da solo?

postmaster@greenpepper.it

greenpepper - associazione no profit - Bologna