F.lli Lollini

LE ARMI BIANCHE DEI F.LLI LOLLINI NEL MUSEO CIVICO DEL RISORGIMENTO DI BOLOGNA E BREVE STORIA DELL' AZIENDA

Non tutti sanno che il Museo Civico del Risorgimento di Bologna http://www.museibologna.it/risorgimento possiede una ricca collezione di armi, tale da farne un vero e proprio museo delle armi. Quelle esposte sono una minima parte rispetto a quelle custodite, sono cioè una selezione funzionale ad illustrare gli avvenimenti storici più significativi di Bologna nel periodo che va dalla rivoluzione francese alla prima guerra mondiale. Tutte le armi del Museo, armi bianche e armi da fuoco, assieme ad altro materiale testimoniale costituito da uniformi, berretti, insegne, dipinti ad olio ecc., sono state fotografate e catalogate dall’Istituto dei Beni Culturali dell’Emilia e Romagna http://bbcc.ibc.regione.emilia-romagna.it; è possibile quindi prenderne visione ed avere tutte le informazioni essenziali visitando il sito dell'Istituto.

Le armi bianche (312 pezzi) sono state oggetto di una prima e puntuale catalogazione fatta nel 1998 e pubblicata sul Bollettino del Museo del Risorgimento (1), a cui è seguita quella delle armi da fuoco, dei dipinti ad olio e delle sculture, anch'esse oggetto di pubblicazione monogradica sul Bollettino del Museo.

Visitndo il Museo, la nostra attenzione è stata attirata da una sciabola e da due spade che portano impresse nella lama il nome del produttore, "F.lli Lollini", che abbiamo appreso essere un' impresa bolognese nata e sviluppatasi nel periodo di formazione dello stato unitario.

Grazie all’autorizzazione del direttore del museo, dott. Otello Sangiorgi, abbiamo quindi realizzato un servizio fotografico (ci interessava andare oltre la documentazione di catalogo ed acquisire alcune immagini delle armi nel contesto dei locali del Museo) e sviluppato una breve ricerca sulla storia dei F.lli Lollini, che riportiamo di seguito.

I F.lli Lollini furono produttori, fra le altre cose, di lame per armi da taglio servendo un mercato esclusivamente locale, ma che acquisirono fama ed onori, come vedremo in seguito, per la produzione di strumenti chirurgici (sono loro i ferri chirurgici con i quali fu operato Giuseppe Garibaldi dopo la ferita in Aspromonte nel 1862).
Le armi da taglio esposte e marcate F.lli Lollini si trovano nella sezione 3 Epopea del Risorgimento 1848-1860 del Museo e sono:

n. 70 Sciabola mod. 1845 francese (1848 ca.)
n. 79 Spadone della Guardia Civica Pontificia Bologna, 1848 ca.
n. 80 Spada per ufficiali mod. 1833 detta "Albertina", metà XIX sec.

La collezione dei F.lli Lollini è costituita da 27 pezzi, quasi tutti prodotti nei periodi della I° e II° Guerra di Indipendenza e destinati ad ufficiali e sottufficiali della Guardia Civica di Bologna, cioè di quel corpo militare a servizio della città, istituito per la prima volta nel 1796 con la venuta dei Francesi in Italia, sul modello della Guardia Nazionale Francese del 1791, piú volte sciolto e ricostituito, simbolo e strumento di riscatto dal potere del sovrano e partecipe delle guerre di indipendenza (2).

Queste armi, come del resto moltissimi cimeli conservati nel museo, provengono da donazioni di famiglie che ebbero familiari impegnati nelle lotte risorgimentali e nella lama portano incise le frasi che testimoniano la fede politica dei loro possessori ( Viva l’Italia!!, Viva il nostro Re …).

Poche altre notizie abbiamo raccolto sui F.lli Lollini come produttori di armi, se non che appaiono nell' “elenco degli archibusari” di A. Gabbi con la qualifica di “armaroli” operanti a Bologna, con data documentata, nel “1859” (3) e che, come racconta Salvatore Muzzi (4), in occasione della visita a Bologna di Vittorio Emanuele II nel 1860, fecero dono di una sciabola al re, che la cinse subito per la rassegna in piazza d'armi dopo essersi liberato di quella prussiana, “di poco conto”, che aveva al fianco. Il fatto è ripreso da Michele Lessona (5) e, a parte forse la veridicità dei dettagli volti ad enfatizzare il racconto, rimane comunque, a testimonianza dell'episodio, la sciabola conservata nell’armeria reale di Torino (6)

Ben diversa è la quantità di informazioni sui F.lli Lollini relativa alla produzione di strumenti chirurgici, in quanto questa attività, che fu prevalente nell'azienda, li legò ai nomi più famosi della medicina e della politica bolognese, G.B. Ercolani, F. Rizzoli, M.Minghetti ecc., e li portò alla notorietà nazionale ed internazionale. A questo proposito, il periodo di maggior interesse è sicuramente quello che va dal 1860 al 1868, in cui si colloca la partecipazione all'Esposizione Nazionale di Firenze, la prima dopo l'unificazione dell'Italia, e a quelle internazionali di Londra e Parigi, che diedero loro visibilità oltre i confini nazionali e fama in Italia.

La storia dei F.lli Lollini è soprattutto interessante perché emblematica di quel periodo. I F.lli Lollini non vennero meno all'impegno politico, per la qual cosa dovettero sopportare anche il carcere (entrambi aderirono alla Massoneria e il loro nome è nell'elenco degli appartenenti alla Loggia Concordia Umanitaria, confluita poi nella Loggia Galvani) (7). In essi era chiara l'idea che, con l’abbattimento delle barriere doganali degli stati preunitari, si sarebbero create le condizioni per lo sviluppo economico della propria impresa e di tutto il Paese, e coltivarono altresì l'ambizione di misurasi con le potenti imprese Inglesi, Francesi e Tedesche per affrancare l'Italia dall’importazione di prodotti esteri.

Il periodo di maggiore notorietà coincide con quello in cui il Paese, dopo l’unificazione politico amministrativa, era impegnato nella costruzione di una identità culturale, sociale ed economica. In questo quadro ben si inserisce l’azione di valorizzare quegli italiani contemporanei che si erano distinti, partendo da umili condizioni ed affrontando difficoltà di ogni tipo, nel campo della scienza, dell’arte o dell’industria. Con l’incoraggiamento del Ministro degli Esteri Menabrea e sul modello di un libro di successo uscito in Inghilterra e tradotto e diffuso in Italia nel 1865, Michele Lessona scrisse “ Volere è potere”, che fu pubblicato a Firenze nel 1869, una raccolta di storie provenienti da tutte le regioni d’Italiia.

Fra queste quella dei fratelli Lollini, ispirata quasi certamente dalla sopracitata opera di S. Muzzi. I F.lli Lollini, di umili origini, da modesti operai in una bottega di arrotino, si affrancarono da quella condizione e, grazie alla frequentazione della casa di Marco Minghetti e al decisivo incontro con i nomi più illustri della medicina bolognese, fra cui G.B.Fabbri, G.B. Ercolani e Francesco Rizzoli, che diventerà socio dei F.lli Lollini nella società omonima, riuscirono ad aprire un proprio laboratorio artigianale che si sviluppò fino a diventare una piccola industria che, nel periodo di massima espansione, poteva contare su una ottantina di operai.

Ma i racconti trionfalistici dell’epoca non parlano di quelle che invece erano le difficoltà reali nell’affrontare il mercato e la concorrenza, si pensi che nel momento in cui viene pubblicato il libro di Lessona, Paolo Lollini si era tolto la vita e che l’azienda versava in gravissime difficoltà. Nonostante quindi la partecipazione ad esposizioni nazionali ed internazionali, i riconoscimenti e i premi ottenuti, nonostante la nomina a Cavalieri del Regno, la realtà dell’Italia appena costituita era ben diversa da quella immaginata.

Per una fedele ricostruzione degli avvenimenti che hanno accompagnato l'azienda, dalla sua costituzione fino alla fine del secolo, i grandi ostacoli che ha dovuto superare ed infine per comprendere lo spirito che ha animato i fondatori, è di estrema importanza quanto scritto da Cesare Lollini, subentrato alla morte dello zio Paolo, nel documento per il Concorso al Merito Industriale indetto dal Ministero dell'Industria(8). A questo scritto abbiamo fatto continuamente riferimento, in particolare nella suddivisione degli avvenimenti riportati in cronologia.

Il principale problema che i F.lli Lollini dovettero affrontare, fu quello di una crescita dell'azienda non rapportata alla reale domanda proveniente dal Paese. Il prestigio dell’industria Francese ed Inglese faceva si che gli ospedali e lo stesso Ministero della Guerra privilegiassero gli strumenti chirurgici di fabbricazione estera. Fu solo grazie allo sblocco di questa situazione, che avvenne nel 1866, che l’azienda riusci a superare la gravissima crisi degli anni settanta, che la portò ad un passo dalla chiusura definitiva e che comportò lo scioglimento della società e la sua ricostituzione nel 1876.

Gli anni 70 costituirono una svolta importante per le scienze mediche e videro l'avvento della moderna chirurgia, che poteva avvalersi delle nuove tecniche di anestesia, di prevenzione delle infezioni e delle emorragie. Ciò portò non solo ad un aumento consistente della domanda, ma anche ad una profonda innovazione nei materiali e nelle tecniche di fabbricazione degli attrezzi chirurgici, che consentirono il passaggio da una produzione di tipo artigianale, basata sulla manualità, ad una di tipo industriale con largo impiego di macchine. Se i leader indiscussi di mercato e i produttori di modelli di riferimento erano state le industrie inglesi e francesi, gli anni 70 videro l'affermarsi dell'industria tedesca. Così scrive Cesare Lollini: “La Germania che aveva meravigliato il mondo con le fortune della guerra (guerra franco prussiana del 1870) – fortune che non si debbono al caso, ma che si maturano collo studio, con sapere e con civile virtù – fu essa ad aprire il fuoco e sbaragliò dai mercati che ancora tiene con grande preponderanza tanto l'industria francese quanto l'inglese” .

La crisi non sembra però avere soluzione di continuità e anche gli anni 80 non furono da meno sotto questo aspetto, tant'è che nel 1888 arrivò il fallimento concordato che non pose comunque fine all'attività, che avverrà nel 1908, dopo che l'azienda ebbe intrecciato il proprio destino con quello delle nascenti Officine Rizzoli, prestando macchine, maestranze e dirigenza

testo Paolo Paoloni
foto Luigi Grandi
Settembre 2016
Cronologia degli avvenimenti salienti della ditta F.lli Lollini

1845 -1859
In questo periodo l’azienda, nata nel 1845 per volontà dei F.lli Pietro (1818–1883) e Paolo (1825–1868) Lollini, raggiunge la notorietà all’interno dello Stato Pontificio e maturano le ambizioni di espandersi a livello nazionale
1845
La sede dell'azienda è in via S. Mamolo 97 (attualmente corrispondente al n. civico 13 di via D'Azeglio), dove peraltro i F.lli Lollini abitano (9)
1859
1859 L’azienda conta 12 dipendenti (10)
Il 25 ottobre si insedia il nuovo consiglio comunale di Bologna di cui fanno parte diversi esponenti liberali, fra cui l’imprenditore Paolo Lollini, seguirà un altro mandato nel febbraio dell'anno successivo (11)

1860 - 1868
Sono gli anni del successo e della notorietà ma anche della crescita incontrollata dell’azienda e del tracollo finanziario, delle speranze frustrate, di profitti non raggiunti a causa dell’inesperienza, della mancanza di commesse a livello nazionale e della agguerrita concorrenza dell’industria francese ed inglese, mentre si sta affermando sul mercato l’industria tedesca. A poco sembrano valere i premi ottenuti nelle esposizioni di Firenze, Parigi e Londra
1861
1861 Partecipazione all'Esposizione nazionale di Firenze, la prima dell'Italia unita. Re Vittorio Emanuele II acquista una cassetta di attrezzi chirurgici per farne dono all’ospedale militare di Torino (10)
1862
1862 Esposizione mondiale di Londra. La Casa F.lli Lollini si aggiudica il primo premio ex equo con una azienda inglese e riceve la proposta di trasferirsi a Londra. A seguito del grande clamore seguito al successo di Londra, i F.lli Lollini ricevono la nomina a Cavalieri del Regno (10) Prende forma definitiva il progetto di costituzione della società in accomandita F.lli Lollini e C.(12))
1863
L'azienda si trasforma da artigianale ad industriale ed arriva a contare 60 operai (10)
1864
1864 Il 27 dicembre viene costituita la società in accomandita semplice F.lli Lollini e C. La società conta 27 soci accomandanti e un consiglio di sorveglianza, ha durata 15 anni e sede in via Belfiore 365 (corrispondente attualmente al n. civico 2) (13)
1866
1866 Si tiene l'assemblea di chiusura del bilancio 1865 della società, che annovera fra i soci il Marchese Luigi Pizzardi, il prof. Francesco Rizzoli e il dott. Gustavo Vicini. Viene data lettura di alcune lettere del Ministero della Guerra, della Marina e del presidente del Consiglio Superiore di Sanità in cui si promette di eliminare ogni restrizione alle forniture della ditta Lollini. L’azienda conta 74 operai.(14) Effettuata la prima fornitura al Ministero della Guerra di materiale sanitario (8)
1867
Partecipazione alla Esposizione internazionale di Parigi e aggiudicazione della medaglia d'oro ex equo con una azienda francese. Tracollo finanziario (8)
1868
1868 Paolo Lollini si toglie la vita, l’azienda prosegue l’attività sotto la guida di Pietro e del figlio diciottenne Cesare (1850-1911) (10), che ne assumerà in seguito la direzione.

1869 - 1880
Cesare Lollini fa riferimento a questo periodo quando dice di aver resistito alle lusinghe per la vendita della società e di aver resistito con tutti i mezzi alla concorrenza estera, soprattutto della Germania. Sempre in questo periodo, a seguito della riduzione del personale e per contenere i costi, si colloca il trasferimento da via Belfiore a via Riva di Reno in un fabbricato di minori dimensioni e che può usufruire della forza idraulica
1870
Fornitura durante l'assedio di Parigi, nella guerra franco prussiana, di attrezzature per le ambulanze dell'esercito dei Vosgi e della Loira (10)
1872
Prende forma il progetto di costituire una nuova società in accomandita F.lli Lollini e Compagni da costituirsi in Roma, che conta fra i componenti del comitato promotore nomi illustri del mondo accademico e della politica, fra cui il generale Nino Bixio (15), ed ha il sostegno della stampa medica specializzata (16) ma che non vedrà mai la luce.
1876 Con decorrenza 1° gennaio è costituita la nuova società in accomandita semplice Fratelli Lollini e C. con sede in via Belfiore 365 (13) 1878
1878 Il Ministero della Guerra, a causa delle nuove tecniche belliche messe in atto durante il conflitto Franco Prussiano del 1870, che fa prevedere un consistente aumento dei feriti, avvia una politica di potenziamento della dotazione di attrezzature sanitarie. Le commesse governative consentono all’azienda di sopravvivere e superare le difficoltà. (8)
1879
Pietro Lollini conferisce al figlio Cesare la procura speciale per la conduzione dell'azienda

1881-1908
L’azienda è condotta da Cesare e Augusto (1865-1954), figlio di Paolo Lollini. Il 1881 vede il ritiro dall’attività di Pietro Lollini che morirà nel 1883 e che fa dire a Cesare che questo è stato il momento peggiore della crisi aziendale.
1881
1881 L'azienda conta 80 operai, una macchina a vapore che comanda brunitoi, torni, trapani ecc. e vanta contratti con il ministero dell’istruzione, della guerra e della marina (10).
1882
1882 Periodo acuto della crisi in cui gli operai si riducono a 25 ed accettano volontariamente una riduzione di orario e di compenso per mantenere inalterata la forza lavoro (8) La Loggia Massonica Rizzoli discute della grave situazione finanziaria della azienda dei F.lli Lollini con l’obbiettivo di trovare aiuti, vista anche la grave situazione degli operai e le difficoltà a trovare una soluzione. (7)
1887
Il 20 agosto viene dichiarato il fallimento della Ditta Fratelli Lollini e C., l'azienda ha sede in via Riva di Reno 58 (13) 1888
Ammissione al concordato fallimentare (13)
Importante commessa del Ministero della Guerra per la sostituzione dei manici degli strumenti chirurgici, conseguente alle nuove modalità di sterilizzazione (8)
1894
A seguito di una grossa fornitura per il Ministero della Guerra viene acquistato un martello a frizione in Germania ed introdotta nel processo produttivo la forgiatura meccanica (8)
1896
Il numero di operai è di 40 unità a cui si debbono aggiungere 10 lavoratori a domicilio. (8)
1898
Affidamento alla F.lli Lollini della gestione delle Officine Rizzoli con apporto di proprie attrezzature e uomini. (13)
1903
1903 Augusto Lollini lascia definitivamente la ditta Fratellilli Lollini per le Officine Ortopediche Rizzoli, nelle quali già ricopriva l’incarico di tecnico gerente dal 1898. (17) 1908
Il 30 maggio il Tribunale Camerale dichiara il fallimento della Fratelli Lollini e C. (13)

Fonti e Bibliografia

1. Bollettino del Museo del Risorgimento – Armi bianche nel Museo del Risorgimento di Bologna – Catalogo a cura di Otello Sangiorgi in collaborazione con G. Cardellicchio, G. Lazzeri, G. P. Reggiani – Bologna 1998
2. http://www.storiaememoriadibologna.it/la-guardia-nazionale-a-bologna-334-evento
3. Armi da Fuoco Italiane dal Medioevo al Risorgimento – Agostino Gabbi – Bramante Editrice Busto Arsizio 1978
4. Figli del popolo venuti in onore: operetta storico morale dettata da Salvatore Muzzi – Torino Tipografia Scolastica di A. Vecco e Comp. 1867
5. Volere è potere - Michele Lessona – Firenze G. Barbera editore 1869
6. http://www.armeriareale.beniculturali.it/index.php/it/catalogo-angelucci/t/1130-t-31-sciabola-marcata-f-lli-lollini-bologna-sec-xix
7. La Massoneria a Bologna dal XVIII al XX secolo – Carlo Manelli, Eugenio Bonvicini, Sergio Sarri – Prima edizione digitale 2014
8. La forgiatura meccanica applicata alla fabbricazione degli strumenti chirurgici - memoria presentata dalla ditta f.lli Lollini di Bologna per il concorso al merito industriale indetto dal Ministero d'Agricoltura,Industria e Commercio - Bologna Stabilimento Civelli 1896
9. Elenco classificato per ordine alfabetico de li signori banchieri - fabbricatori - negozianti qualunque e principali artieri inclusivamente alli signori pubblici sensali approvati della città di Bologna e suoi sobborghi coll’indicazione del luogo del rispettivo esercizio e dei privati singoli esercizi - Bologna 1845
10. Giornale internazionale delle scienze mediche volume III – Napoli E. Detken 1881 - pagg. 1009 – 1016
11. Iperbole la rete civica-storia amministrativa-consiglio comunale
12. Proposta dei fratelli Pietro e Paolo Lollini di una societa per la lavorazione dei ferri chirurgici di coltelleria, forbiceria etc. da fondarsi in Bologna sotto la ragione Fratelli Lollini / Pietro Lollini. - Bologna Tipografia di G. Monti 1862
13. Archivio storico del Registro delle Ditte della Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Bologna (1803 - 1965)
14. Resoconto della adunanza generale degli azionisti della Società in accomandita F.!!i Lollini, tenuta il giorno 11 marzo 1866 – Bologna tipografia G. Monti
15. Statuto della Società in Accomandita F..lli Lollini e C. - Tipografia di G. Polizzi e C. Roma 1872
16. L'Ippocratico – continuazione del raccoglitore medico di Fano diretto dal Dott. Cav. Malagoti e Prof. Franceschi. Ridotto e compilato dal Dott. Luigi Cav. Casati – Sezione III Volume XXII – Forlì Tipografia Sociale democratica 1872
17. L’incudine e il martello - La memoria dell’Industria Meccanica bolognese in Certosa - a cura di Antonio Campigotto e Roberto Martorelli – Editrice Minerva 2016
Per la corrispondenza fra la vecchia numerazione civica del 1794 e quella attuale è stato consultato il sito www.originebologna.com 2


postmaster@greenpepper.it

greenpepper - associazione no profit - bologna