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Territorio |
LA FORESTA DEL TESO IN AUTUNNO Al confine sud della provincia di Bologna, sulla montagna pistoiese, la Foresta del Teso copre circa duemila ettari da Pracchia a San Marcello Pistoiese.Si tratta di un bosco secolare composto da alberi di grandi dimensioni, prevalentemente faggi, abeti e castagni, che in autunno, specie quando un raggio di sole filtra fra i rami, mostra la magia del caleidoscopio di colori che le foglie assumono, con tutte le sfumature del verde, del giallo, del rosso. Lasciata l'automobile a Casetta de' Pulledrari, sopra a Maresca, salgo in breve, per sentiero segnalato, al Rombiciaio e al rilievo Pedata del Diavolo (m 1662) dove, in prossimità di un quadrivio, c'é possibilità di una sosta attrezzata per una merenda immersi in una faggeta con alberi di alto fusto e per godersi il "Fall foliage". Luigi Grandi 22/10/2016 |
LA ROCCHETTA MATTEI Assieme ad un numeroso gruppo di amici, con Rita come tour- leader, abbiamo visitato la Rocchetta Mattei, attratti dalle forme Disneyane di questo castello, frutto dell'intelligenza fantastica di Cesare Mattei (1809/1896).Di famiglia borghese di origini ferrarese, Mattei viene descritto come colto, dotato di buon eloquio, felice scrittore. Sulla sua formazione dovettero incidere alcune frequentazioni, specie, negli anni dal 1832 al 1836, la scuola privata di Paolo Costa, contraddittorio maestro di letteratura e filosofia, e quella con Marco Minghetti, con il quale condivise attività politica, la fondazione della Cassa di Risparmio di Bologna nel 1837, e un'amicizia, che tuttavia si interruppe definitivamente nel 1848. Nel 1850 acquistò i terreni che comprendevano le rovine della Rocca di Savignano, alla confluenza fra Reno e Limentra ed in vista di Montovolo, Monte Vigese e del Sasso di Vigo. Immediatamente iniziò i lavori di costruzione di un castello in stile medievale, in sintonia con una certa cultura romantica, per poi evolversi in un eclettismo architettonico con citazioni stilistiche che si sovrappongono e si contaminano: il Moresco si mescola con il Gotico, con il Romanico, con l'Orientale e costituisce un caso assolutamente originale. Il cantiere per la costruzione della Rocchetta durò 25 anni dando lavoro principalmente alle famiglie del territorio, quindi benessere ma anche un obiettivo comune. Un'organizzazione e una conoscenza tecnologica diffusa che ricorda il movimento Arts and Crafts, se si vuole riconoscere nella fabbrica della Rocchetta un modello nel quale non esistevano nette divisioni del lavoro, separazioni nette fra ideazione ed esecuzione, ma tutto veniva realizzato in un contesto collaborativo, con una valorizzazione delle arti minori e dell'artigianato artistico: decorazioni murali, vetrate, sculture, arredamento e tutto ciò che può servire alla decorazione. Merita un approfondimento l'attrazione che il Mattei ebbe per le scienze mediche, ed in particolare per l'omeopatia, sviluppando un proprio metodo terapeutico che chiamò elettromiopatia: rimedio per tanti mali, specie per il cancro. Di formulazione in parte segreta, questi preparati ebbero un certo successo ma suscitarono anche aspre contestazioni dal mondo medico. Interessante la lettura dei siti sotto indicati. Luigi Grandi 17/12/2015 www.treccani.it/enciclopedia/cesare-mattei_(Dizionario-Biografico)/ |
Vigo di Camugnano Vigo, frazione di Camugnano, in provincia di Bologna, sorge a 675 m sul livello del mare, in posizione panoramica, alle pendici Sud di Monte Vigese (1072 m).Si distingue per un'insolita rupe classificata come geosito di rilevanza locale, il Sasso di Vigo (695 m), sul fianco del quale sorge la chiesa di S. Stefano ed il monumento ai caduti della I Guerra Mondiale. La vista spazia dal Corno alle scale al Monte Cimone imbiancati dalla prima neve. Luigi Grandi 01/12/2015 |
5 mila miglia per Monte Sole Sono trascorsi esattamente 70 anni da quando i Sudafricani della 6a Divisione Corazzata arrivarono a Castiglione dei Pepoli con l'obbiettivo di conquistare le montagne fra le valli del Setta e del Reno, fino a Monte Sole e difese strenuamente dall'esercito tedesco, che vi aveva realizzato il formidabile baluardo della Linea Gotica.Il filmato cinquemila miglia per Monte Sole che presentiamo, vuole raccontare quei sette mesi di combattimenti, essere un riconoscimento al contributo che i Sudafricani hanno dato alla liberazione del nostro territorio ed un ricordo di tutti i caduti della guerra. Paolo Paoloni, Luigi Grandi 27/09/2014 |
Tempesta di Fulmini su Bologna 22/09/2014 |
Attorno al Rifugio Monte Cavallo Abbiamo trascorso una notte ed un giorno al Rifugio Monte Cavallo in comune di Granaglione ( www.rifugiomontecavallo.it ) godendo dell'ospitalità della signora Maria che gestisce il rifugio. Non è la prima volta che visitiamo questo territorio, ma rimaniamo sempre ammirati dall'ambiente ancora ben conservato, dai boschi che paiono sconfinati, dalla ricchezza di varietà animali e vegetali; in questa stagione i funghi compaiono ovunque ed alcuni sono inconsueti...almeno per noi. Ci siamo ripromessi di tornare fra alcune settimane per fotografare i boschi, composti in gran parte da faggi, che dovrebbero assumere i colori paradigmatici dell'autunno.Luigi Grandi 25/09/2014 |
Accoppiamento di ramarri nel Bosco della Mesola Abbiamo documentato l'accoppiamento del ramarro occidentale (Lacerta bilineata) in primavera, nella riserva naturale Bosco della Mesola.Il rituale dell'accoppiamento è ben preciso: dopo un frenetico inseguimento il maschio afferra la femmina con un morso alla base della coda, continuando poi a trattenerla con morsi sui fianchi. Al termine del violento accoppiamento, che richiede pochi minuti, fuggono in direzioni diverse. Luigi Grandi 19 Settembre 2014 |
La coltivazione della lavanda insidiata dalla burocrazia? La lavanda è una pianta utilizzata da secoli in profumeria, il suo delizioso profumo è dovuto ad un olio essenziale presente in elevata quantità nel fiore che ha l'aspetto di una spiga di colore violetto. Le spighe possono essere utilizzate tal quali, usualmente confezionate in sacchetti di tela per profumare la biancheria e tener lontane le tarme, oppure, e questo è l'utilizzo più comune, per estrarne l'olio essenziale destinato all'industria dei profumi.L'estrazione si effettua con una tecnica semplicissima che non richiede l'utilizzo di solventi e che i chimici chiamano "distillazione in corrente di vapore". In pratica si immerge la lavanda in acqua, si porta ad ebollizione e si recupera il vapore facendolo condensare in un recipiente dove si troverà un sottile strato di prezioso olio essenziale galleggiante sopra una quantità molto più grande di acqua. Fin qui tutto molto semplice e naturale, ma ecco arrivare la burocrazia: REACH acronimo di: Registration Evaluation Autorisation and Restriction of Chemicals. Questo regolamento europeo impone a tutti i produttori od importatori di più di una tonnellata all'anno di una sostanza chimica di sottoporsi ad un ben determinato iter burocratico di registrazione che i piccoli produttori di lavanda giudicano vessatorio anche perchè l'olio essenziale ottenuto dalla distillazione non è un prodotto puro ma una miscela non costante di diverse molecole, ognuna potenzialmente soggetta a sua volta a registrazione.I produttori di lavanda francesi e spagnoli sono fortemente contrari all'applicazione della normativa REACH a quello che fino a ieri era considerato alla stregua di un prodotto agricolo come il vino e l'olio, ecco le loro ragioni: www.ppamdefrance.com/actualites/ppam-de-france/113-lavande-en-danger Sergio Roveri - Montpezat Provence - 23 Agosto 2014 |
Cavità artificiale nel Contrafforte Pliocenico. La cavità artificiale nel contrafforte Pliocenico, già descritta in questo sito , è stata ora accatastata come "CA 162 ER/BO Cavità di Serra" e pubblicata sul numero 135 della rivista Sottoterra del GSB -USB. Luigi Grandi 21 Dicembre 2013 |
Parco dei Gessi Bolognesi Nel Parco dei Gessi bolognesi, in particolare sopra la Grotta del Farneto, è in corso la fioritura del Bucaneve (Galanthus nivalis). Luigi Grandi 29 Febbraio 2012 |
L'Aquila reale a Monte Salvaro Non è un extraterrestre quello che mio padre ed io abbiamo avvistato nella mattinata del 9 ottobre, ma qualcosa di certamente raro per i territori del basso Appennino bolognese, un'immagine impressa nella memoria e uno stupore che difficilmente si ripeterà.Quella domenica prometteva davvero bene, in quanto, non appena lasciata l'auto presso Pioppe di Salvaro, in poche centinaia di metri abbiamo osservato tre specie di picchio: due Picchio muratore (Sitta europeae), un Picchio rosso maggiore (Dendrocopos major) e un Picchio verde (Picus virdis) e, imboccato il sentiero C.A.I. 172, che porta verso la cima di Monte Salvaro, ci siamo imbattuti in un branco di una decina di Cinghiali (Sus scrofa), che si aggiravano tranquilli per i boschi selvaggi del versante ovest della montagna. Abbandonato il sentiero, abbiamo imboccato la traccia in direzione sud che porta ad incontrare un contrafforte che scende dalla cima, in un caratteristico punto panoramico roccioso. Durante la breve sosta di rito, una coppia di Poiane (Buteo buteo) si è allontanata in volo, quindi una Ghiandaia (Garrulus glandarius) e tre Cornacchie grigie (Corvus corone cornix). Appena ripreso il cammino, da un albero a 20 m più in basso rispetto a noi, si è levato in volo un uccello dalle dimensioni enormi, la cui vista ci ha lasciati a bocca aperta. La luce favorevole e la distanza ravvicinata ci hanno permesso di osservare perfettamente l’animale e distinguerne le forme e i colori: una dominante nera con due macchie bianche sulla parte superiore e inferiore delle ali, una lunetta bianca sulle timoniere, testa e becco massicci e un’incredibile apertura alare valutata oltre 2 m. Dopo pochi minuti l'abbiamo rivisto volteggiare in cielo sopra Carviano, inseguito e disturbato da alcune Cornacchie (“mobbing”), qui abbiamo potuto osservarlo più a lungo e fotografarlo nonostante la distanza. Con questo inconfondibile aspetto e verificate a casa le guide ornitologiche, siamo giunti alla certezza di aver visto un’Aquila reale juv. (Aquila chrysaetos), che, a differenza degli adulti, che sono residenti e territoriali, vagano in erratismo. Probabilmente l' avvistamento dell'Aquila reale in un habitat che abitualmente non frequenta costituisce il riconoscimento che la natura ha riservato alla nostra costanza dopo anni di birdwatcing ed esplorazione del nostro territorio. Luca e Stefano Grandi 11 Ottobre 2011 |
L' antico oratorio di S. Barbara Un cumulo di pietre in mezzo ad un bosco: sembra non meritare particolare attenzione. Uno dei tanti edifici che si sono trovati al posto sbagliato nel momento sbagliato e distrutti dalla seconda guerra mondiale, in un periodo nel quale non ci si permetteva alcuna sensibilità, tanto meno storico architettonica.Siamo nel Parco Storico di Monte Sole e parlo delle rovine dell'oratorio di Santa Barbara, accanto alla cima del Monte che porta lo stesso nome, appunto distrutto dai combattimenti sulla Linea Gotica nel 1944/45. C' era una volta (di preciso non saprei quando), presso la cima di questo Monte, il Castello d'Ignano, dei Conti di Panico, con accanto un oratorio dedicato a S. Giorgio. Storicamente nel 1309 avvenne la distruzione ad opera dei Bolognesi, acerrimi nemici della famiglia Ghibellina dei Panico, del loro castello che si trovava presso un'ansa del Reno accanto alla Pieve di Panico e da allora questa famiglia di feudatari decadde, tanto da scomparire nel volgere di un secolo assieme ai suoi numerosi castelli. Certamente a metà del XV°secolo anche il Castello d'Ignano e l' oratorio di S. Giorgio non esistevano più perché un certo signore A. F. decise di costruire a proprie spese in quel luogo un oratorio dedicato a Santa Barbara, che divenne meta di pellegrinaggi popolari. Lo si raggiungeva prevalentemente dalla Chiesa di Santa Maria della Villa d'Ignano (ora sconsacrata) da cui dipendeva, percorrendo la strada, ora abbandonata, che saliva alla Volta. Noi abbiamo raggiunto S. Barbara salendo dalla Pieve di Panico, S. Silvestro, Collina, Volta. I ruderi dell'oratorio sono invasi dalla vegetazione, risultano ancora visibili porzioni di muri perimetrali con grandi pietre angolari in arenaria e travertino, probabilmente recuperate dalle precedenti costruzioni, e con una certa emozione abbiamo individuato nella muratura un mattone manubriato romano, quindi presumibilmente recuperato a sua volta da edifici ancora più antichi. Il ritrovamento di laterizi romani non è un fatto straordinario nemmeno nel Parco di Monte Sole (ricordo d'aver visto affiorare in passato frammenti di mattoni, embrici, esagonette pavimentali nei campi arati sotto San Martino), ma le pietre dimenticate dell'oratorio di S. Barbara, nello scenario del contrafforte pliocenico oltre la valle del Setta, ci hanno trasmesso una particolare suggestione. Luigi Grandi 29 agosto 2011 Bibliografia: Luigi Fantini. Antichi edifici della montagna bolognese. Volume II p. 501 Serafino Calindri. Dizionario Corografico-Storico, I Bologna 1781. pp. 207-208 |
Dittamo. Il 9 maggio 2011 ho potuto osservare, in un rado bosco di Roverella nei pressi del Monte di S. Barbara, la spettacolare fioritura di un centinaio di pianticelle di Dittamo (Dictamnus albus, L. 1753) , considerata specie protetta e rara nella Regione Emilia Romagna. Non segnalata fra le specie presenti nella pubblicazione sul Parco di Monte Sole. La prossima fioritura potrebbe essere un appuntamento da registrare in agenda. Luigi Grandi 04/08/2011 |
Cavità artificiale nel Contrafforte Pliocenico. Nella Riserva Naturale del Contrafforte Pliocenico ci siamo imbattuti in questa cavità artificiale che mi ha incuriosito e, giocando all'archeologo, fatto immaginare si possa trattare di un antico sepolcro riutilizzato come ricovero durante il secolo scorso.Presenta una pianta rettangolare ( m 4,25 x 3,45 ) ed un'altezza massima di m 2,30. Sono evidenti sulle pareti i colpi di scalpello, alcune crepe sono state otturate con frammenti di arenaria,di coppi, ciottoli e malta. Ho effettuato una sommaria ricerca in internet senza trovare riferimenti: mi resta la curiosità...qualcuno ha notizie? Luigi Grandi 01/08/2011 |
Anche i Cervi possono volare. Il Cervo volante (Lucanus cervus Linnaeus, 1758) è uno dei più grossi coleotteri esistenti in Europa.Un tempo comune ora in declino tanto da essere inserito in norme di protezione dell'Unione Europea, trattandosi di specie la cui salvaguardia richiede la designazione di zone speciali di conservazione. Questo esemplare maschio è stato fotografato a fine giugno sul Monte del Frate nella Riserva Naturale del Contrafforte Pliocenico quando questi coleotteri escono allo scoperto dopo alcuni anni di sviluppo per concludere il loro ciclo vitale entro l'estate. Luigi Grandi 15/07/2011 |
La biodiversità porta bene Da una ricerca del Presidente una grande scoperta. Ora abbiamo le prove: la biodiversità è apotropaica. Luigi Grandi 28/04/2011 |
di Luigi Grandi 24/04/2011 Orchidee spontanee L' escursione del pomeriggio pasquale del 24 aprile 2011 sul crinale calanchivo fra le valli dei torrenti Sillaro e Sellustra ha portato alle famiglie Grandi (Nicoletta, Stefano, Luca, Pietro, Cinzia e Luigi) una sorpresa degna della ricorrenza: in un minuscolo praticello a 300 m di quota erano in piena fioritura molte decine di orchidee di cinque speci ( Orchis morio, Orchis tridentata,Orchis purpurea, Ophrys fusca, Ophrys bertolonii).Avendo le macchine fotografiche... Ophrys fusca Orchis tridentata Orchis purpurea
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di Luigi Grandi Una vita appesa ad un filo..d'erba Il 22 aprile 2011 Stefano, Luca, Pietro e Luigi Grandi in occasione di una ricognizione sul versante Ovest di Monte Salvaro, nel parco storico regionale di Monte Sole, percorrendo antichi sentieri ormai in disuso, a 620 m di quota si sono imbattuti in questo insetto che ha attirato la loro curiosità. Si tratta di un esemplare di Libelloides coccajus, probabilmente maschio.
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di Luca Grandi 21/04/2011 Neve vegetale Con un gruppo di amici, durante un'escursione in mountain-bike lungo il torrente Idice, ci siamo imbattuti in questo singolare fenomeno, ripreso in prossimità del guado situato sotto il ponte della ferrovia. Il lento scorrere del torrente in questo determinato punto ha permesso al polline di pioppo di adagiarsi sul pelo dell'acqua creando un'atmosfera quasi invernale. |
di Luigi Grandi Fotografata la Salamandrina dagli occhiali Il 16 aprile 2011 alcuni soci (Marcello Bedosti, Flora Collina, Cinzia Pizzirani ed il sottoscritto) in "missione" nel parco delle Foreste Casentinesi hanno fotografato ai piedi di una cascatella a 658 m di quota, nei pressi del lago di Ridracoli, una Salamandrina dagli occhiali ( Salamandrina perspicillata). Si tratta di una specie endemica riclassificata nel 2005 e presente solamente in Appennino, a Nord del fiume Volturno.
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